L’attuale Chiesa Parrocchiale di Colere venne edificata fra il 1775 e il 1788 in posizione centrale, negli Zanoli, ubicazione equidistante dalle numerose contrade che costituivano l’abitato di Colere con i relativi piccoli luoghi di culto tra cui il Cesulì, che aveva assolto alla funzione di Parrocchiale dal 1459, dopo la separazione dalla comunità di Santa Maria in Vilminore. Alla necessità di edificare un unico luogo di culto si arrivò per risolvere la questione dell’aumento della popolazione e per conciliare i forti dissensi circa la possibilità di ampliamento e ristrutturazione del Cesulì, in località Gromo, o l’edificazione di un nuovo fabbricato. La chiesa, benedetta e aperta al culto nel 1792 dal Vicario Foraneo di Vilminore, su delega del Vescovo di Bergamo Gian Paolo Dolfin, è posta in un pianoro e presenta un sagrato di discreta ampiezza che la circonda su tutti i lati. La facciata è suddivisa orizzontalmente in due ordini da un cornicione; nello scomparto centrale dell’ordine inferiore si trova il portale in pietra di stile settecentesco molto ben sagomato, con due modiglioni ai lati e timpano spezzato di coronamento.
Lo storico Eugenio Pedrini nelle “Memorie storiche sulle opere d’arte site nella Valle di Scalve” per la Regia Soprintendenza, nel 1914, così la descrive: “Costruzione della seconda metà del 1700 […]. Sulla porta principale la data 1788 […]. Un paliotto, pregevole lavoro del Piccini, rappresentante in una delle due nicchiette S. Bartolomeo scorticato, ricorda la famosa statua del Duomo di Milano dove forse Piccini tolse l’ispirazione […].” Un’attenta analisi del paliotto, nel 2011, ha portato l’esperta Chiara Spanio, studiosa dell’oreficeria e della scultura lignea lombarda, a collocare questo manufatto tra le opere erroneamente attribuite a Giovanni Giuseppe Piccini.
Altare comunitario - Paliotto - Presbiterio nicchia sinistra
Altare comunitario - Paliotto - Presbiterio nicchia destra
Presbiterio - Rilievo centrale Sec. XX Raffigurante l’orazione di Gesù nell’orto degli ulivi